la parola della domenica

 

Anno liturgico A
omelia di don Angelo nella Domenica di Pasqua
secondo il rito ambrosiano


16 aprile 2017



 

 

At 1,1-8a
Sal 117
1Cor 15,3-10a
Gv 20,11-18

Il racconto, che ora abbiamo ascoltato, è nell'aria silenziosa di un mattino. Perdonate, ma mi sembra molto bello e suggestivo celebrare così con voi questa mattina una Pasqua senza fanfare: ascoltare voci appena sussurrate, nel giardino dove Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo avevano deposto il corpo di Gesù, dopo averlo inondato di profumo: "trenta chili di una mistura di mirra e aloe".

E Il giardino tenne il silenzio delle ultime ore della sera. Anche il giorno dopo il sabato il giardino aveva il respiro leggero delle prime luci dell'alba. Il brano che abbiamo letto non lo ha ricordato, ma è alle prime luci dell'alba che Maria di Magdala esce con il cuore in gola di casa, i suoi passi sono leggeri in un silenzio inviolato.

Leggete i racconti della risurrezione, fatta eccezione per il vangelo di Matteo, non c'è rumore. La tomba è già aperta. Nessuna pagina, negli altri vangeli, a raccontare il ribaltamento della pietra che ostruiva il sepolcro. Leggete i racconti della risurrezione: sono svelamento del risorto attraverso passi di vento, per una strada nelle ombre della sera, o sulla riva di un lago quando pulsa il mattino. E le voci, sempre leggere. Qualcuno direbbe "sotto tono", ma io dico "nel tono del vangelo".

La tomba è già aperta. Anche noi - pensavo - viviamo nel tempo della tomba già aperta. E il Vivente è per le nostre strade, perché è il Risorto. Penso a noi. A noi che raccogliamo ogni giorno notizie di morte, noi che vediamo quasi ogni giorno i visi rigarsi di pianto. E già sarebbe grazia che chiedessimo: "Perché piangi?". Sarebbe grazia perché sarebbe segno che non siano ancora annegati nel mare dell'indifferenza.

Stiamo nel dialogo della vita se possiamo. Non c'è fascino nell'aria spavalda dei dibattiti, tanto meno nelle parole urlate. Stiamo nel dialogo della vita: "Donna, perché piangi'". E sia una parola, un gesto leggero, che asciughi il pianto dagli occhi. E siano parole tenere, come quelle del Signore. Che conosce il nome: "Maria!". Questa mattina dice il tuo nome ed è come se tu uscissi dal pianto, il tuo pianto per la morte del mondo.

Crediamo nel Risorto, crediamo che più forte della morte è l'amore: è il suo amore che l'ha risuscitato e ha fatto di lui un vivente; è il nostro amore che fa di noi dei risuscitati, dei viventi. Perdonate non sono un sociologo, non ho competenze per analisi rigorose dei tempi, ma a me sembra che oggi ci sia troppa cupezza, troppo pessimismo, troppa pesantezza.

E, conseguenza di questo pensiero negativo, è la resa: siamo arresi, non c'è più spinta di sogni, c'è respiro corto, il respiro corto della disillusione che sconfina a volte nel disimpegno, a volte nel cinismo. No, Pasqua è un invito, per forza del Risorto, a reagire, cominciando da noi, togliendo da noi per i primi la pesantezza.

Che cosa è pesante in me? Che cosa mi fa pesante? E quale il mio gesto che può rendere meno pesante la vita degli altri? Ho respirato questa fiducia in una poesia di David Maria Turoldo per il giorno di Pasqua. Ecco la prima strofa:

"Io vorrei donare una cosa al Signore, ma non so che cosa. Andrò in giro per le strade, zufolando così finché gli uomini dicano: "È pazzo!". E mi fermerò soprattutto con i bambini a giocare in periferia. E poi lascerò lascerò un fiore ad ogni finestra dei poveri. E saluterò chiunque incontrerò per via, inchinandomi fino a terra... E poi suonerò con le mani le campane della torre, a più riprese finché non sarò esausto. E, a chiunque venga, anche al ricco, dirò: "Siedi pure alla mia mensa!". Anche il ricco è un pover'uomo... E a tutti dirò: "Avete visto il Signore?". Ma lo dirò in silenzio, con un sorriso".

Vibra nella poesia un senso di fiducia che forse abbiamo smarrito. In un libro, "La vita non è il male" di Gabriella Caramore ho ritrovato il racconto dei ragazzi della Rosa Bianca, uccisi dai nazisti solo per aver diffuso volantini che inneggiavano alla libertà, facevano appello a non arrendersi, a non arrendersi a chi attentava al pensiero e alla libertà.

Mi è rimasta negli occhi una di loro, Sophie Scholl. Lei alla fine raggiunge per azzardo il piano più alto dell'edificio dell'Università e proprio dall'alto, a rischio sicuro di essere arrestata, fa volare nell'atrio gli ultimi suoi volantini. Verrà arrestata, inquisita, torturata, uccisa. Ebbene sulle pagine dei volantini, a chiusura, queste parole: "Vi preghiamo di ciclostilare questo foglio nel maggior numero possibile di copie e di diffonderle".

Mi sono detto che potrebbe essere un invito anche per noi. A ciclostilare. Per noi che, questo mattina, dalla risurrezione di Gesù abbiamo ricevuto un messaggio, un messaggio di fiducia. Sei d'accordo? Sei d'accordo con il messaggio? Ciclostilalo. E diffondilo.

 

Lettura degli Atti degli Apostoli 1, 1-8a

Nel primo racconto, o Teòfilo, ho trattato di tutto quello che Gesù fece e insegnò dagli inizi fino al giorno in cui fu assunto in cielo, dopo aver dato disposizioni agli apostoli che si era scelti per mezzo dello Spirito Santo. Egli si mostrò a essi vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l'adempimento della promessa del Padre, "quella - disse - che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo". Quelli dunque che erano con lui gli domandavano: "Signore, è questo il tempo nel quale ricostituirai il regno per Israele?". Ma egli rispose: "Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere, ma riceverete la forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi".

Sal 117 (118)

® Questo è il giorno che ha fatto il Signore; rallegriamoci e in esso esultiamo. Rendete grazie al Signore perché è buono, perché il suo amore è per sempre. Dica Israele: "Il suo amore è per sempre". ® La destra del Signore si è innalzata, la destra del Signore ha fatto prodezze. Non morirò, ma resterò in vita e annuncerò le opere del Signore. ® La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d'angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi.

® Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 15, 3-10a

Fratelli, a voi ho trasmesso, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto, cioè / che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture / e che fu sepolto / e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture / e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto. Io infatti sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 20, 11-18

In quel tempo. Maria di Màgdala stava all'esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: "Donna, perché piangi?". Rispose loro: "Hanno portato via il mio Signore e non so dove l'hanno posto". Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: "Donna, perché piangi? Chi cerchi?". Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: "Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove l'hai posto e io andrò a prenderlo". Gesù le disse: "Maria!". Ella si voltò e gli disse in ebraico: "Rabbunì!" - che significa: "Maestro!". Gesù le disse: "Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli e di' loro: "Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro"". Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: "Ho visto il Signore!" e ciò che le aveva detto.

 

 


 
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