la parola della domenica

 

Anno liturgico A
omelia di don Angelo nella Domenica del Battesimo del Signore
secondo il rito ambrosiano


8 gennaio 2017



 

 

Is 55,4-7
Sal 28
Ef 2,13-22
Lc 3,15-16.21-22

Epifania, ovvero svelamento. La liturgia dopo lo svelamento del Messia ai pastori in una mangiatoia, dopo lo svelamento ai magi in una casa di Betlemme, oggi ricorda lo svelamento di Gesù nelle acque del Giordano. Il racconto quest'anno è secondo il vangelo di Matteo. Vorrei ricordare il contesto.

Nel racconto di Matteo abbiamo lasciato Gesù piccolo, con Giuseppe e Maria in fuga verso l'Egitto e poi di ritorno dall'Egitto, storia di migranti. Questa al Giordano è quindi la prima apparizione di un Gesù adulto nel vangelo di Matteo. Sarà importante, è la sua prima manifestazione. Ma c'è un altro particolare interessante: se andiamo a verificare, troviamo che il nostro brano segue, senza soluzione di continuità, le parole ruvide e infocate del Battista che annuncia: "Verrà…è più forte di me... vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco… tiene in mano la pala, pulirà l'aia, raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile".

Siamo avvisati, viene! Che cosa ci saremmo aspettati dopo parole come queste? Ebbene il racconto continua così, senza cesure: "Allora Gesù venne dalla Galilea da Giovanni per farsi battezzare da lui". Voi mi capite. è come se se ne fosse rovesciata l'immagine, l'immagine del più forte. E dove è il fuoco per bruciare? E poi anziché battezzare - attivo -, è uno che si fa battezzare - passivo! -.

Eppure è su di lui che si apre uno squarcio di cielo: "Si aprirono per lui i cieli". Tutti, penso, ricordiamo che cosa succede quando dopo giorni e giorni di cieli plumbei, di visi plumbei come i cieli, accade, come da una fessura, uno squarcio di azzurro nel cielo e diventano azzurri persino i nostri occhi, azzurri di sorriso, gli occhi che riflettevano la tristezza dei cieli. Viene il Messia, squarcia la pesantezza, il terrore, dei cieli.

E' come un reinizio, una nuova creazione: Matteo sembra alludervi usando l'immagine della colomba. Non è forse vero che, secondo il libro delle Genesi, lo spirito aleggiava sulle acque primordiali? E fu il miracolo della creazione. Ora aleggia sulle acque in cui Gesù si è immerso, è l'inizio di una nuova creazione. E non dovrebbe di conseguenza succedere - me lo chiedo - che noi, battezzati nel suo nome, diventiamo donne e uomini di nuove creazioni?

Vorrei aggiungere: donne e uomini di una nuova giustizia! Sì perché alle acque del Giordano accade che la giustizia prenda un significato diverso da quello che comunemente diamo alla parola "giustizia". E mi riferisco al dialogo tra il Battista e Gesù alle acque del Giordano, un dialogo che ci viene ricordato solo dal vangelo di Matteo. Il Battista: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me? E Gesù: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia".

Secondo una giustizia umana chi ha più dignità battezza chi ha meno dignità. La nuova giustizia sovverte il criterio dell'alto/basso. Giustizia per le Scritture sacre è l'avverarsi del progetto di Dio, un progetto di amore per l'umanità. Il Messia lo vediamo nelle fila dei peccatori, dove a risplendere è la nuova giustizia, la giustizia della solidarietà. La giustizia di un Dio che non pone distanze tra sé e il mondo dei peccatori, vi si immerge.

Così all'inizio del suo ministero, nelle acque tra i peccatori. Così alla fine quando morirà di croce, appeso tra due malfattori. C'è una nuova giustizia. "Lascia fare" dice Gesù. Come dicesse: "Ti sembra un controsenso: Lascia fare, lascia che accada il controsenso della nuova giustizia". Perdonate mi sono fermato su queste parole di Gesù "lascia fare" e mi sono chiesto - mi pulsava dentro la domanda - se e quando nei vangeli, Gesù dice "lascia fare", svelando così la sua nuova giustizia.

La mia indagine - lo confesso è parziale - e a voi indubbiamente si affacceranno altri testi. Io ne ricordo alcuni. I primi testi, che mi si sono affacciati, riguardano i bambini, i ragazzini e voi ricordate. Capitò, per esempio, quel giorno in cui lui parlava e dei genitori vennero a lui col desiderio che li benedicesse e gli apostoli, indignati per i bambini che disturbavano, volevano che se ne andassero.

Disse loro: "Lasciateli fare: il regno di Dio è per chi è come loro". Sovvertiva la giustizia, un bambino può contare più di adulti apparentemente devoti. Capitò ancora, ormai alla fine dei suoi giorni, quando, dopo il suo ingresso in Gerusalemme, i ragazzini entrarono con lui nel tempio e si misero a gridargli, proprio lì, il loro osanna. I sacerdoti, inviperiti sentendoli inneggiare, gli chiesero di farli tacere. Lui rispose di lasciarli fare; se avessero taciuto loro, avrebbero gridato le pietre.

A capirlo non erano gli acculturati del tempio, erano i ragazzini, capaci di leggerezza e di entusiasmo. Una nuova giustizia! "Lasciate fare" lo disse con estrema fermezza anche il giorno in cui i discepoli, i suoi, videro uno che scacciava demoni nel nome di Gesù e non era uno del gruppo. Disse loro di lasciar fare, perché - disse - "chi non è contro di voi è per voi".

Nuova giustizia è riconoscere il bene. Da chiunque sia operato. Che lasciassero fare lo disse con altrettanta fermezza il giorno in cui una donna a Betania entrò nella casa di Simone e ruppe un vaso di preziosissimo profumo per inondargliene il capo e i discepoli a indignarsi per quello spreco di profumo e di soldi. E lui Gesù ad ammonirli di non dare fastidio alla donna. Che la la lasciassero fare.

Quasi a dire che in quel momento il povero bisognoso di tenerezza era lui! Come se vedesse una religione, un'etica religiosa, fatta di parole è non di passione, passione vera. La nuova giustizia era altra. Nuova giustizia era quella del cuore, della tenerezza. Mi fermo qui. Alla giustizia dei ragazzi, alla giustizia dell'uomo che non era del gruppo, alla giustizia delle donne che hanno profumato il corpo di Gesù.

In comune hanno uno sguardo libero, uno sguardo di compassione, uno sguardo di tenerezza: la nuova giustizia cui Gesù ha dato inizio nelle acque del suo battesimo. Lo contemplo . E mi chiedo se sono o no secondo la nuova giustizia.

 

Lettura del profeta Isaia 55, 4-7

Così dice il Signore Dio: / "Ecco, l'ho costituito testimone fra i popoli, / principe e sovrano sulle nazioni. / Ecco, tu chiamerai gente che non conoscevi; / accorreranno a te nazioni che non ti conoscevano / a causa del Signore, tuo Dio, / del Santo d'Israele, che ti onora. / Cercate il Signore, mentre si fa trovare, / invocatelo, mentre è vicino. / L'empio abbandoni la sua via / e l'uomo iniquo i suoi pensieri; / ritorni al Signore che avrà misericordia di lui / e al nostro Dio che largamente perdona".

Sal 28 (29)

® Gloria e lode al tuo nome, Signore. Date al Signore, figli di Dio, date al Signore gloria e potenza. Date al Signore la gloria del suo nome, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. ® La voce del Signore è sopra le acque, il Signore sulle grandi acque. La voce del Signore è forza, la voce del Signore è potenza. ® Tuona il Dio della gloria. Nel suo tempio tutti dicono: "Gloria!". Il Signore è seduto sull'oceano del cielo, il Signore siede re per sempre.

® Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 2, 13-22

Fratelli, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo. Egli infatti è la nostra pace, / colui che di due ha fatto una cosa sola, / abbattendo il muro di separazione che li divideva, / cioè l'inimicizia, per mezzo della sua carne. / Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti, / per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo, / facendo la pace, / e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo, / per mezzo della croce, / eliminando in se stesso l'inimicizia. / Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani, / e pace a coloro che erano vicini. / Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri, / al Padre in un solo Spirito. Così dunque voi non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per diventare abitazione di Dio per mezzo dello Spirito.

Lettura del Vangelo secondo Matteo Mt 3, 13-17

In quel tempo. Il Signore Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?". Ma Gesù gli rispose: "Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia". Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall'acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento".

 

 


 
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