la parola della domenica

 

Anno liturgico A
omelia di don Angelo nell'ottava Domenica dopo Pentecoste

secondo il rito ambrosiano


26 luglio 2020



 

 

1Sam 3,1-20
Sal 62
Ef 3,1-12
Mt 4,18-22

 

In ascolto della voce, Samuele e i quattro pescatori. E chiunque non abbia ancora fatto l'abitudine. Chiunque ancora provi un brivido per come è chiamato. Come accadde a Samuele nella notte, nella penombra di un tempio, e a quei pescatori nella luce accesa di una spiaggia di lago. E se il nome fosse il tuo? La voce per te? E potrebbe essere la voce di Dio. O anche quella di altri. Tu sai che, se sei sordo, sei sordo per Dio e sei sordo per gli altri. Anche perché la voce di Dio spesso - e tu lo sai - si annida nella voce degli altri. E dunque avere finezza di udito. E cogliere - come fosse un'arte, e come vorrei averla! - cogliere le sfumature di una voce.

Quando poi c'è di mezzo il tuo nome, è un po' da brivido. Perché, quando lo senti pronunciare inatteso - perdonate - è come sentirti pescato in un mare infinito, il mare dell'umanità, dove tu non hai uno uguale a te. E ci vorrebbe un nome per ciascuno. Io non so dare un numero agli infiniti nomi. Ed ad ogni nome, legata una storia. Che non ha eguali. E ognuno chiamato ad essere se stesso, secondo il suo nome e non secondo un altro nome. Legata al tuo nome una storia, la tua. Che è unica. Come legata al nome "Samuele" era una storia unica, irripetibile. Forse ha colpito anche voi l'insistenza del nome che risuonò, per ben tre volte, nella notte: "Samuele". Qualcuno vi legge un'urgenza: per questo compito è urgente che risponda tu. E ognuno dal suo posto.

Vorrei aggiungere: non conta l'età. Samuele - pensate - è un giovane, un ragazzo e dovrà portare messaggi pesanti al vecchio sacerdote, per tentare di aprirgli gli occhi, che si erano impalliditi per l'età, aprirli su quei suoi figli depravati. Ed avesse il coraggio di smascherarli! Troppo il malcostume, la corruzione, la volgarità con cui agivano indisturbati nel tempio. E' scritto: "I figli di Eli erano disonesti e non si curavano del Signore. Nei rapporti con la gente non rispettavano le norme stabilite per i sacerdoti". Si impossessavano delle vittime dei sacrifici, delle offerte del popolo, tradivano la fiducia della povera gente. Storie di corruzione che sono continuate e continuano nella società, e purtroppo anche nella chiesa. E' cronaca ed è ferita al cuore. Vorrei dire ferita al cuore dei più poveri, dei più semplici, di quelli che ancora osano affidarsi.

La voce che, tra mille e poi mille, sceglie Samuele, un ragazzo, sta a dire una cosa importante: la chiamata è senza riguardi per l'età. Per inciso, direi, senza riguardi anche per il genere e penso alle donne chiamate nella Bibbia. Ebbene uno, stando ai nostri criteri, sarebbe portato a pensare e a dire che per certi compiti occorre gente matura, che non è cosa da ragazzi smascherare storture e soprusi. Non così per Dio. Sceglie un ragazzo. Se fossimo fedeli al principio di Dio dovremmo avere passione di ascoltarli. E guardarci dal dire - che so io - sono "ragazzate". Se siamo sordi nei loro confronti - che lo sappiamo o no - siamo sordi nei confronti di Dio. La voce - vorrei dirvi - non è legata a luoghi o a tempi. Può essere anche in un luogo consacrato, come per Samuele. Ma non so se avete notato: la chiamata non fu durante una celebrazione liturgica o una preghiera, ma nel sonno. Non c'è esclusiva di luogo.

Ecco il vangelo: la voce arriva lungo un litorale. Ci sembra di vedere quel lago, così caro a Gesù, e barche, e pescatori. Gesù sente che è l'ora che gli si affianchi qualcuno, prime chiamate. Quello che va dicendo, quello che va raccontando con i suoi gesti, è il regno di Dio, che ha inizio sulla terra. A chi affidare il tesoro nascosto nel campo, la perla preziosa che può ingentilire l'umanità, la terra? Guardate, è strabiliante. Noi saremmo andati a cercare altrove, lui no: il litorale di un lago, barche, pescatori. "Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini". Perdonate se tento di interpretare. Come dicesse: "Vi conosco e vi ammiro, voi avete una familiarità con il lago, con i pesci, con le reti, sì, voi le riparate. E' quello che cerco, è la cosa preziosa: la vostra passione, la vostra cura, la vostra familiarità. Ebbene, l'avrete per donne e uomini.

E non la rete che ti soffoca, ma quella buona e promettente, la rete che salva". Pensate, noi in questi anni abbiamo visto donne e uomini che hanno pescato, dai gorghi di un mare a minaccia di morte, altri uomini e altre donne, e bambini. Era come se Gesù volesse allargare in quei discepoli il senso della cura. Lui che era venuto per la cura, per la familiarità, per il regno d Dio. Regno è dove ci si fa familiari, dove si accendono relazioni. Possiamo sfornare mille documenti sulle parrocchie e non cogliere il cuore. Io il cuore l'ho intravvisto, perdonate la confidenza.

Ero parroco a Lecco, il cardinal Martini mi chiamò per propormi una parrocchia di Milano. Intravvedendo le mie perplessità, mi disse: "Se posso aiutarti in questa scelta, ti dirò che là, nella parrocchia dove andresti, non avresti mura da costruire, non c'è un nemmeno un metro quadro a disposizione, ma tu sai che la cosa importante è un'altra: è costruire relazioni". Insegnamento folgorante, per una parrocchia, ma non solo: costruire relazioni, reti di familiarità, con tutti, senza esclusioni. Ritorno con il pensiero all'inizio. E' bello stare in ascolto di voci. E dove parla Dio? Magari nel rumore delle foglie secche.

Leggevo del cardinal Martini: era già sofferente, camminava quel giorno nell'ombra di un bosco pianeggiante, sentiva il crepitare delle foglie sotto le scarpe. A Don Damiano, che l'accompagnava, confidò: "Ero un giovane gesuita in formazione. Mi sentivo solo, depresso, un po' in crisi. Mi domandavo che senso avesse la vita, per che cosa valesse la pena vivere. Restai in ascolto e mi resi conto che l'unica compagnia era il rumore delle foglie sotto le scarpe. La compagnia di quel rumore mi diede la forza per non scoraggiarmi, valeva la pena vivere".

Dove parla Dio? Forse, per chi sa ascoltare, anche in un rumore di foglie secche, accartocciate, sotto le scarpe.

 

 

Lettura del primo libro di Samuele - 1Sam 3,1-20

In quei giorni. Il giovane Samuele serviva il Signore alla presenza di Eli. La parola del Signore era rara in quei giorni, le visioni non erano frequenti. E quel giorno avvenne che Eli stava dormendo al suo posto, i suoi occhi cominciavano a indebolirsi e non riusciva più a vedere. La lampada di Dio non era ancora spenta e Samuele dormiva nel tempio del Signore, dove si trovava l'arca di Dio. Allora il Signore chiamò: "Samuele!" ed egli rispose: "Eccomi", poi corse da Eli e gli disse: "Mi hai chiamato, eccomi!". Egli rispose: "Non ti ho chiamato, torna a dormire!". Tornò e si mise a dormire. Ma il Signore chiamò di nuovo: "Samuele!"; Samuele si alzò e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Ma quello rispose di nuovo: "Non ti ho chiamato, figlio mio, torna a dormire!". In realtà Samuele fino ad allora non aveva ancora conosciuto il Signore, né gli era stata ancora rivelata la parola del Signore. Il Signore tornò a chiamare: "Samuele!" per la terza volta; questi si alzò nuovamente e corse da Eli dicendo: "Mi hai chiamato, eccomi!". Allora Eli comprese che il Signore chiamava il giovane. Eli disse a Samuele: "Vattene a dormire e, se ti chiamerà, dirai: "Parla, Signore, perché il tuo servo ti ascolta"". Samuele andò a dormire al suo posto. Venne il Signore, stette accanto a lui e lo chiamò come le altre volte: "Samuele, Samuele!". Samuele rispose subito: "Parla, perché il tuo servo ti ascolta". Allora il Signore disse a Samuele: "Ecco, io sto per fare in Israele una cosa che risuonerà negli orecchi di chiunque l'udrà. In quel giorno compirò contro Eli quanto ho pronunciato riguardo alla sua casa, da cima a fondo. Gli ho annunciato che io faccio giustizia della casa di lui per sempre, perché sapeva che i suoi figli disonoravano Dio e non li ha ammoniti. Per questo io giuro contro la casa di Eli: non sarà mai espiata la colpa della casa di Eli, né con i sacrifici né con le offerte! ". Samuele dormì fino al mattino, poi aprì i battenti della casa del Signore. Samuele però temeva di manifestare la visione a Eli. Eli chiamò Samuele e gli disse: "Samuele, figlio mio". Rispose: "Eccomi". Disse: "Che discorso ti ha fatto? Non tenermi nascosto nulla. Così Dio faccia a te e anche peggio, se mi nasconderai una sola parola di quanto ti ha detto". Allora Samuele gli svelò tutto e non tenne nascosto nulla. E disse: "È il Signore! Faccia ciò che a lui pare bene". Samuele crebbe e il Signore fu con lui, né lasciò andare a vuoto una sola delle sue parole. Perciò tutto Israele, da Dan fino a Bersabea, seppe che Samuele era stato costituito profeta del Signore.

Sal 62 (63)

Dal grembo di mia madre sei tu il mio sostegno. O Dio, tu sei il mio Dio, dall'aurora io ti cerco, ha sete di te l'anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz'acqua. R Così nel santuario ti ho contemplato, guardando la tua potenza e la tua gloria. Poiché il tuo amore vale più della vita, le mie labbra canteranno la tua lode. R Così ti benedirò per tutta la vita: nel tuo nome alzerò le mie mani. Come saziato dai cibi migliori, con labbra gioiose ti loderà la mia bocca. R Quando nel mio letto di te mi ricordo e penso a te nelle veglie notturne, a te che sei stato il mio aiuto, esulto di gioia all'ombra delle tue ali. R

Lettera di san Paolo apostolo agli Efesini - Ef 3,1-12

Fratelli, io, Paolo, il prigioniero di Cristo per voi pagani… penso che abbiate sentito parlare del ministero della grazia di Dio, a me affidato a vostro favore: per rivelazione mi è stato fatto conoscere il mistero, di cui vi ho già scritto brevemente. Leggendo ciò che ho scritto, potete rendervi conto della comprensione che io ho del mistero di Cristo. Esso non è stato manifestato agli uomini delle precedenti generazioni come ora è stato rivelato ai suoi santi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito: che le genti sono chiamate, in Cristo Gesù, a condividere la stessa eredità, a formare lo stesso corpo e ad essere partecipi della stessa promessa per mezzo del vangelo, del quale io sono divenuto ministro secondo il dono della grazia di Dio, che mi è stata concessa secondo l'efficacia della sua potenza. Ame, che sono l'ultimo fra tutti i santi, è stata concessa questa grazia: annunciare alle genti le impenetrabili ricchezze di Cristo e illuminare tutti sulla attuazione del mistero nascosto da secoli in Dio, creatore dell'universo, affinché, per mezzo della Chiesa, sia ora manifestata ai Principati e alle Potenze dei cieli la multiforme sapienza di Dio, secondo il progetto eterno che egli ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore, nel quale abbiamo la libertà di accedere a Dio in piena fiducia mediante la fede in lui.

Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 4,18-22

In quel tempo. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, il Signore Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: "Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini". Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

 

 


 
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