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la parola della domenica
Anno liturgico C
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Is
66, 18b-23 Era stata per Gesù una giornata di parabole. Diciamolo - poi l'abbiamo dimenticato - era il suo genere letterario preferito. Forse anche perché le parabole sono racconto per immagini e le immagini bussano agli occhi anche dei piccoli e se uno non le accoglie, e non vibra, è come avesse un'anima asfaltata. Quel giorno fu come un torrente di parabole, prima a cielo aperto, poi in casa. Prima da una barca, pulpito nel lago, a un braccio dal litorale; pensate che splendore: cielo e lago e racconti. Raccontò di un seminatore un po' fuori testa nel seminare, raccontò di grano e zizzania, di un granello di senapa e, ancora, di un grumo di lievito. Poi rientrò in casa e furono le parabole che oggi abbiamo ascoltate, parabole della casa: i discepoli e pure le pareti sospese a sentire racconti di tesori nascosti, di perle scoperte, di reti ricolme di pesci. Era passata la giornata, uscì di casa, fece tappa a Nazaret. Noi rimaniamo nella casa, con le parabole. Poche pennellate e sgusciano quadri di vita, desideri dell'anima, subbugli del cuore. Forse sono tante le cose che accomunano il contadino, il mercante, i pescatori. Io vorrei indugiare su un aspetto che mi ha colpito che è fessura dell'anima. Forse, con un eccesso di disinvoltura, potrei dire che li accomuna il fatto di essere gente sveglia, attenta. curiosa, intraprendente. Che bello pensare che attenzione, sorpresa, invenzione dovrebbero fare casa in coloro che hanno come orizzonte il vangelo, il regno di Dio. Penso al contadino che apre solchi nella terra e a un leggero intoppo non fa come non fosse, non continua imperterrito: che cosa avrà mai fiorato la vanga? Il tesoro farà sorpresa dopo; al momento è attenzione a un minimo tocco di una vanga. Penso al mercante che di perle ne ha viste una moltitudine, ma ha custodito la capacità di sorprendersi al fascino di una perla straordinaria, lui della razza di coloro che vanno in cerca. Penso ai pescatori, che gettano reti nella notte, confidando in ciò che non vedono, poi la sorpresa di una rete in cui fanno convocazione di sussulti pesci di ogni genere; anche i pescatori a cercare ciò che ancora non si vede, in un mare all'apparenza vuoto. Ci è chiesta questa sapienza, il convincimento che non andiamo nel vuoto: un pensiero, questo, che mi si riacceso in cuore un giorno di novembre in un monastero, d'improvviso avvolto da nebbie. E mi sembrò invito a stare con occhi in attesa: A
noi tocca in sorte Perdonate se oggi mi fermo su questo ritaglio delle parabole - so di trascurarne altri più importanti. Ma è come se ancora sentissi nell'aria - è un agguato di sempre - il pericolo di vivere a volte come in un frullatore che va per inerzia, e tutto come fosse scontato, e giornate senza stupore. La noia della ripetizione: una vanga senza sorpresa di tesoro, perle senza brivido di accensioni e reti senza guizzi di pesci. Un andare ovvio; a prevalere una opaca disattenzione o il sonno dell'attenzione. Al cuore mi si accende una poesia, "Disattenzione", di Wislawa Szymborska. Vi ricordo i primi versi: Ieri mi sono comportata male nel cosmo. Ho passato tutto il giorno senza fare domande, senza stupirmi di niente. Ho svolto attività quotidiane, come se ciò fosse tutto il dovuto. Inspirazione, espirazione, un passo dopo l'altro, incombenze, ma senza un pensiero che andasse più in là dell'uscire di casa e del tornarmene a casa. Il mondo avrebbe potuto essere preso per un mondo folle, e io l'ho preso solo per uso ordinario. E' l'attenzione che ci ridesta, e ridesta le cose, anche le cose di Dio, le cose degne di essere sognate. E accadono sorprese, se ancora non ti sei così appesantito da fermarti, se a scolorirti non è la frenesia dell'apparenza, del successo, del potere, del denaro. Sei ancora vivo. Ti rimane il coraggio di vendere, ti bussa al cuore la gioia. Del contadino del vangelo è scritto: "Poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo". La gioia per un gesto che ad alcuni sarà parso di follia. Vendere e comprare. E a raggiungermi domande. Che cosa io vendo per comprare? Per comprare in grazia, in amore, in umanità? Vendo la mia indifferenza, la mia meschinità, i miei orizzonti chiusi, la mia arroganza e quant'altro? Potrebbe essere la domanda di ogni sera: "Oggi che cosa ho venduto e che cosa ho comprato? A che cosa ho tolto tempo per dare tempo? A che cosa, a chi ho dato tempo e cuore? Dove è veramente il mio cuore? E come fare chiarezza? Nel vangelo di Matteo, discorso del monte, ho letto: "Là dov'è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore" Che cos'è il tesoro nascosto? Che cosa la perla? Per Gesù il tesoro e la perla sono le vere immagini del "regno di Dio". Ho divagato nel commento. Prenda luce ora una immagine. Ce l'ha regalata Gesù, sul finire del racconto delle parabole della casa: "Avete compreso tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche". Dona Signore, dona a tutti noi, piccoli e grandi, la luce che fa lago negli occhi dello scriba del vangelo. Che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche.
Lettura del profeta Isaia - Is 66, 18b-23 Così dice il Signore Dio: "Io verrò a radunare tutte le genti e tutte le lingue; essi verranno e vedranno la mia gloria. Io porrò in essi un segno e manderò i loro superstiti alle popolazioni di Tarsis, Put, Lud, Mesec, Ros, Tubal e Iavan, alle isole lontane che non hanno udito parlare di me e non hanno visto la mia gloria; essi annunceranno la mia gloria alle genti. Ricondurranno tutti i vostri fratelli da tutte le genti come offerta al Signore, su cavalli, su carri, su portantine, su muli, su dromedari, al mio santo monte di Gerusalemme - dice il Signore -, come i figli d'Israele portano l'offerta in vasi puri nel tempio del Signore. Anche tra loro mi prenderò sacerdoti leviti, dice il Signore. Sì, come i nuovi cieli e la nuova terra, che io farò, dureranno per sempre davanti a me - oracolo del Signore -, così dureranno la vostra discendenza e il vostro nome. In ogni mese al novilunio, e al sabato di ogni settimana, verrà ognuno a prostrarsi davanti a me, dice il Signore". Sal 66 (67) Ti adoreranno, Signore, tutti i popoli della terra. Dio abbia pietà di noi e ci benedica, su di noi faccia splendere il suo volto; perché si conosca sulla terra la tua via, la tua salvezza fra tutte le genti. R Ti lodino i popoli, o Dio, ti lodino i popoli tutti. Gioiscano le nazioni e si rallegrino, perché tu giudichi i popoli con rettitudine, governi le nazioni sulla terra. R La terra ha dato il suo frutto. Ci benedica Dio, il nostro Dio, ci benedica Dio e lo temano tutti i confini della terra. R Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi - 1Cor 6, 9-11 Fratelli, non sapete che gli ingiusti non erediteranno il regno di Dio? Non illudetevi: né immorali, né idolatri, né adùlteri, né depravati, né sodomiti, né ladri, né avari, né ubriaconi, né calunniatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio. E tali eravate alcuni di voi! Ma siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio. Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 13, 44-52 In quel tempo. Il Signore Gesù disse: "Il regno dei cieli è simile a un tesoro nascosto nel campo; un uomo lo trova e lo nasconde; poi va, pieno di gioia, vende tutti i suoi averi e compra quel campo. Il regno dei cieli è simile anche a un mercante che va in cerca di perle preziose; trovata una perla di grande valore, va, vende tutti i suoi averi e la compra. Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?". Gli risposero: "Sì". Ed egli disse loro: "Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche".
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