![]() |
la parola della domenica
Anno liturgico C
|
|
|
Is 56, 1-7 Immagino sia accaduto anche a voi di inquietarvi alla visione di un cielo, cupo come pece, in annuncio di chissà quali tempeste e devastazioni e di vederlo a un tratto come attraversato da una strisca bianca, fatta luce, luce e poi colore. A volte purtroppo accadeva che la striscia di luce venisse risucchiata nella cupezza e il cielo scaricasse violenza irrefrenabile; a volte invece era la striscia a prendere forza e, come incoraggiata, a fiorire a tutto cielo. E' una immagine che mi è venuta al cuore scorrendo, in giorni come i nostri, il brano del profeta Isaia e poi le parole di Gesù. Pensate. in una stagione di sospetto sul diverso, e di mari cimitero per lo straniero, cimiteri senza visibilità e senza devozione, si accendono parole come queste: "Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: "Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!". Non dica l'eunuco: "Ecco, io sono un albero secco!". Poiché così dice il Signore: "Agli eunuchi che osservano i miei sabati, preferiscono quello che a me piace e restano fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome più prezioso che figli e figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato". E degli stranieri Dio dice che li porterà sul suo monte santo, dice che la sua è casa di preghiera per tutti i popoli. Parole che evocano una striscia di luce, ma anche una domanda: "Che fine farà la striscia di luce? Verrà ringoiata nel buio con la scusa della sua inattualità o della ingenuità delle parole, leggendo e chiudendo?". Ebbene oggi, oggi qui, in un cielo livido sono riapparse - e sono di una attualità sconcertante - le parole di Gesù che sembrano andare oltre. Con il loro invito ad amare i nemici. A perdonare a dare senza interesse di sorta. Non ho tempo né forza per commentarle, sento bisogno di respirarle. Odio e perdono, parole che si rincorrono nei nostri giorni. Oggi giustamente si va dicendo che viviamo un tempo avvelenato dall'odio, si respira ovunque. E tutti a dire che la spirale dell'odio va senza esitazioni fermata. Parole che ascolto, ma a volte con una sorta di di spaesamento perché vengono da voci che hanno paradossalmente un tono aspro come di guerra e osservo gli occhi e sono come inaspriti da durezze estreme. Ti sgomenta la violenza. Non è forse vero che oggi la striscia di luce del vangelo ci suggerisce da dove iniziare per svelenire l'aria, l'inizio è dentro di noi. Dentro di noi la prima tappa per una retrocessione dell'odio, in caso contrario tutto suonerebbe come una subdola raggelante mistificazione: prima tappa il cuore, l'anima. E l'anima, il cuore diventino il paese della non violenza, dove l'altro anche se avversario o oppositore, anche fosse come Caino, non perde ai tuoi occhi di essere un uomo, una donna, porta segno che non va violato. Vorrei invitarvi a riprendere le parole di Gesù che oggi non ho commentato, invitarvi a rileggerle, a riprenderle così come si riprende un tesoro, a rileggerle in silenzio nella loro apparente paradossalità. E' un cammino. Si va per tappe, la striscia di luce non sarà ancora a tutto cielo, ma prenderà forza, coraggio, si ingrandirà nel cielo. Perché l'amore, se cresce alla scuola del vangelo, crea respiro e voi conoscete la differenza tra dove si soffoca e dove si respira. Mi fermo qui, il vero commento al vangelo diventano monaci da me amati, forse amati anche da voi - ne hanno fatto anche un film "Uomini di Dio" -. E' il modo più bello per dirvi come sono fiorite le parole di Gesù: i sette monaci trappisti del monastero di Tibhirine uccisi in Algeria nel 1996, rapiti nella notte del 26 marzo. Per due mesi nessuna notizia, il 21 maggio i fondamentalisti islamici annunciano: "Ai monaci abbiamo tagliato la gola". Il 30 vengono trovati cadaveri. Nel suo testamento frère Christian de Chergé, il priore, aveva scritto: "Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese… E anche per te, amico dell'ultimo minuto che non avrai saputo quello che facevi, anche per te voglio questo grazie e questo ad-Dio profilatosi con te. E che ci sia dato ritrovarci, ladroni beati, in paradiso, se piace a Dio, Padre nostro, di tutti e due. Amen! Insc'Allah". Le parole fiorite. E ad eco le parole fiorite di una donna musulmana in una lettera a monsignor Teissier, e alla comunità cristiana di Algeria. Ascoltiamo: "Dopo la tragedia e il "sacrificio"' vissuto da voi e da noi, dopo le lacrime e il messaggio di vita, di onore e di tolleranza trasmesso a voi e a noi dai nostri fratelli monaci, ho deciso di leggere il testamento di Christian, ad alta voce e con profonda commozione, ai miei figli, perché ho sentito che era destinato a tutti e a tutte. Volevo dire loro il messaggio di amore per Dio e per gli uomini. La solidarietà umana e l'amore dell'altro è un itinerario che va fino al sacrificio, fino al riposo eterno, fino in fondo. Io e i miei figli siamo molto toccati da una così grande umiltà, un così grande cuore, dalla pace dell'anima e dal perdono. Nostro compito è quello di continuare il cammino di pace, di amore di Dio e dell'uomo nelle sue differenze. Nostro compito è innaffiare i "semi" affidatici dai nostri fratelli monaci affinché i fiori crescano un po' ovunque, belli nella loro varietà di colori e profumi. La chiesa cristiana con la sua presenza tra noi continui a costruire con noi l'Algeria della libertà delle fedi e delle differenze, l'universale e l'umanità. Sarà un bel mazzo di fiori per noi e una grande opportunità per tutti e tutte. Grazie alla chiesa di essere presente in mezzo a noi oggi. Grazie a voi monaci per il vostro grande cuore; continui a battere per noi, sempre presente, sempre tra noi. E ora riposino in pace, a casa loro, in Algeria. Orano, 1 giugno 1996". Le parole fiorite.
Lettura del profeta Isaia - Is 56, 1-7 Così dice il Signore: "Osservate il diritto e praticate la giustizia, perché la mia salvezza sta per venire, la mia giustizia sta per rivelarsi". Beato l'uomo che così agisce e il figlio dell'uomo che a questo si attiene, che osserva il sabato senza profanarlo, che preserva la sua mano da ogni male. Non dica lo straniero che ha aderito al Signore: "Certo, mi escluderà il Signore dal suo popolo!". Non dica l'eunuco: "Ecco, io sono un albero secco!". Poiché così dice il Signore: "Agli eunuchi che osservano i miei sabati, preferiscono quello che a me piace e restano fermi nella mia alleanza, io concederò nella mia casa e dentro le mie mura un monumento e un nome più prezioso che figli e figlie; darò loro un nome eterno che non sarà mai cancellato. Gli stranieri, che hanno aderito al Signore per servirlo e per amare il nome del Signore, e per essere suoi servi, quanti si guardano dal profanare il sabato e restano fermi nella mia alleanza, li condurrò sul mio monte santo e li colmerò di gioia nella mia casa di preghiera. I loro olocausti e i loro sacrifici saranno graditi sul mio altare, perché la mia casa si chiamerà casa di preghiera per tutti i popoli". Sal 118 (119) Signore, conservo nel cuore le tue parole. Come potrà un giovane tenere pura la sua via? Osservando la tua parola. Con tutto il mio cuore ti cerco: non lasciarmi deviare dai tuoi comandi. R Ripongo nel cuore la tua promessa per non peccare contro di te. Benedetto sei tu, Signore: insegnami i tuoi decreti. Con le mie labbra ho raccontato tutti i giudizi della tua bocca. R Nella via dei tuoi insegnamenti è la mia gioia, più che in tutte le ricchezze. Voglio meditare i tuoi precetti, considerare le tue vie. Nei tuoi decreti è la mia delizia, non dimenticherò la tua parola. R Lettera di san Paolo apostolo ai Romani - Rm 15, 2-7 Fratelli, ciascuno di noi cerchi di piacere al prossimo nel bene, per edificarlo. Anche Cristo infatti non cercò di piacere a se stesso, ma, come sta scritto: "Gli insulti di chi ti insulta ricadano su di me". Tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché, in virtù della perseveranza e della consolazione che provengono dalle Scritture, teniamo viva la speranza. E il Dio della perseveranza e della consolazione vi conceda di avere gli uni verso gli altri gli stessi sentimenti, sull'esempio di Cristo Gesù, perché con un solo animo e una voce sola rendiate gloria a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo. Accoglietevi perciò gli uni gli altri come anche Cristo accolse voi, per la gloria di Dio. Lettura del Vangelo secondo Luca - Lc 6, 27-38 In quel tempo. Il Signore Gesù disse: "A voi che ascoltate, io dico: amate i vostri nemici, fate del bene a quelli che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi trattano male. A chi ti percuote sulla guancia, offri anche l'altra; a chi ti strappa il mantello, non rifiutare neanche la tunica. Da' a chiunque ti chiede, e a chi prende le cose tue, non chiederle indietro. E come volete che gli uomini facciano a voi, così anche voi fate a loro. Se amate quelli che vi amano, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori amano quelli che li amano. E se fate del bene a coloro che fanno del bene a voi, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, quale gratitudine vi è dovuta? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e la vostra ricompensa sarà grande e sarete figli dell'Altissimo, perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e sarete perdonati. Date e vi sarà dato: una misura buona, pigiata, colma e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con la quale misurate, sarà misurato a voi in cambio.
|
|
|
Segnala
questa pagina ad un amico scrivi il suo indirizzo e-mail: |
||||