la parola della domenica

 

Anno liturgico C
omelia di don Angelo nella seconda Domenica di Quaresima
secondo il rito ambrosiano


13 marzo 2022



 

 

Dt 6,4a; 11,18-28
Sal 18
Gal 6,1-10
Gv 4,5-42

Da anni - e sono una moltitudine - mi riprometto, dopo questo racconto, di fare silenzio e di invitare al silenzio. Poi mi rimangono brandelli di presunzione. E anche oggi, perdonate, un commento. Confido però che il pensiero, di Gesù e della donna al pozzo, vi sfiori in questi giorni. Come ha sfiorato molti di noi la suggestione del restauro: quaresima come restauro. Un'anima, un mondo da restaurare. Ebbene la samaritana e Gesù dentro un orizzonte di restauri. Leggevo, guardavo il pozzo, la donna, Gesù, il sole a picco su di loro, il caldo delle sabbie, ascoltavo. E al cuore mi veniva un dubbio: che anche il vangelo corra pericolo, nelle nostre letture, di incrostazioni, di immobilità e che lo scritto andrebbe restaurato. Perché?

Perché spesso leggiamo le parole come parole orfane di colore, come fossero staccate dalla vita dei corpi, come venissero da un alto senza carne, senza viso, senza occhi, senza timbro di voce, parole orfane, facciamo citazioni. Ma come batteva il sole, e com'era il viso, quel giorno? Come erano gli occhi, gli sguardi? E le mani? Che cosa passava nelle mani? Che cosa raccontavano le mani, gli occhi? Leggiamo parole come venissero da senza corpi e senza passioni. E se io dicessi che le parole di Gesù e della Samaritana sono nate da sguardi? E che la fede - e chi ce lo ha insegnato? - non è tanto una questione di dogmi, ma di sguardi? Posso essere passibile di censura, ma mi rimane la convinzione che anche il vangelo vada ripreso nei suoi colori e nei suoi suoni. Perchè il cuore arda. Come gli occhi quando la brace, nel camino, prende fiamma ai racconti. Poi, leggendo, sedotto dall'immagine del restauro, mi sono come incantato alle mani di Gesù.

Non so quanto fu il tempo del restauro: l'andare e il venire dei discepoli dalla città a comprare cibo. Un tempo dunque relativamente breve, ma sufficiente perché la donna inquieta riprendesse i suoi colori. Il tempo dell'incontro può essere anche breve se affidato alla delicatezza delle mani di un restauratore singolare. Che non affossa la mano per incidere giudicando, ma apre con una domanda, per raccogliere gli occhi della donna. Le racconta un suo bisogno d'acqua: "Dammi da bere". Parole che parlano di acqua. E lei a rivedere una vita, la sua, che era stata un andare, andare… e ritornare con la sete.

E ora l'emozione di un rabbi che le parla della sua vita, senza ferirla, senza farla sentire uno scarto, dandole la possibilità di un'acqua. Nuova. Pozzo per lei fu quel rabbi. Le cantava dentro il nuovo dell'acqua. Le bastò questo per far ritorno in città, dimenticando l'anfora, dissetata. La videro arrivare. Era lei. Con una domanda: "Che sia lui il Cristo?". E raccontava stupore: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". Quasi a dire: "Non mi ha giudicata, mi ha ricordato la mia vita. Era come se raccontasse la mia sete. Non è uno di quelli che parlano senza conoscere. Solo che lui ha dato senso al mio andare per pozzi. Lo guardavo, aveva occhi di Messia". Penso: ha occhi di Messia anche per me, per te. E' pozzo.

I concittadini della donna aprirono a Gesù. Voi mi capite, i restauri non soffrono i confini delle appartenenze. E lui, il restauratore, partiva da un presupposto, cui troppo spesso noi veniamo meno: che ci sia acqua segreta, da disseppellire, ovunque. Ma anche i samaritani andarono oltre il pregiudizio: "Giudeo? Da disprezzo!". Aprirono la città, e non per un'ora. Lui ci rimase due giorni. Restauro per due giorni. Che cosa accadde poi, rimane un segreto. Una delusione per la nostra ossessione di sapere tutto, quantificare, precisare tutto, anche i cammini dello Spirito. Non c'è notizia che la samaritana si sia aggiunta al gruppo dei discepoli o che la città abbia cambiato appartenenza. Hanno cambiato il colore dell'anima.

Alla donna aveva detto: "Viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano". Vorrei ora aggiungere - e la parola potrebbe scandalizzare qualcuno - che anche la donna fece opera di restauro. Per Gesù: a uno stanco, lei diede occhi che sognavano. Gesù, dopo che lei se ne fu andata, ai discepoli che sembravano interessati solo al cibo, disse: "Voi non dite forse: "Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura"? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura". Stanco, la donna lo aveva fatto sognare. I pensieri, i miei, ve ne siete accorti sono andati per scuciture, come spesso mi avviene. E l'ultima mia breve scucitura è assimilare l'arte di "scrostare l'affresco" all'arte di "togliere pietre dai pozzi".

E penso con voi alle città senza acqua, ai paesi del mondo senza acqua. Un attentato alla vita, per peso di troppe pietre. Per questo concludendo, vorrei fare mie le parole di un antico scrittore cristiano dei primi secoli, Origene. E le parole diventino per noi preghiera: "Nell'anima di ciascuno di noi" dice "c'è un pozzo di acqua viva, c'è un'immagine nascosta di Dio, e i nemici hanno riempito di terra questo pozzo. Il Verbo di Dio è presente e questa è la sua opera: rimuovere la terra dall'anima di ciascuno di voi e riaprire le vostre sorgenti. Egli è in te e non viene dall'esterno, come anche il Regno di Dio è in te".

Rimuovere la terra dall'anima, riaprire le sorgenti.

 

Lettura del libro del Deuteronomio - Dt 6,4a; 11,18-28

In quei giorni. Mosè disse: "Ascolta, Israele: Porrete nel cuore e nell'anima queste mie parole; ve le legherete alla mano come un segno e le terrete come un pendaglio tra gli occhi; le insegnerete ai vostri figli, parlandone quando sarai seduto in casa tua e quando camminerai per via, quando ti coricherai e quando ti alzerai; le scriverai sugli stipiti della tua casa e sulle tue porte, perché siano numerosi i vostri giorni e i giorni dei vostri figli, come i giorni del cielo sopra la terra, nel paese che il Signore ha giurato ai vostri padri di dare loro. Certamente, se osserverete con impegno tutti questi comandi che vi do e li metterete in pratica, amando il Signore, vostro Dio, camminando in tutte le sue vie e tenendovi uniti a lui, il Signore scaccerà dinanzi a voi tutte quelle nazioni e voi v'impadronirete di nazioni più grandi e più potenti di voi. Ogni luogo che la pianta del vostro piede calcherà, sarà vostro: i vostri confini si estenderanno dal deserto al Libano, dal fiume, il fiume Eufrate, al mare occidentale. Nessuno potrà resistere a voi; il Signore, vostro Dio, come vi ha detto, diffonderà la paura e il terrore di voi su tutta la terra che voi calpesterete. Vedete, io pongo oggi davanti a voi benedizione e maledizione: la benedizione, se obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, che oggi vi do; la maledizione, se non obbedirete ai comandi del Signore, vostro Dio, e se vi allontanerete dalla via che oggi vi prescrivo, per seguire dèi stranieri, che voi non avete conosciuto".

Sal 18 (19)

Signore, tu solo hai parole di vita eterna. La legge del Signore è perfetta, rinfranca l'anima; il comando del Signore è limpido, illumina gli occhi. R Il timore del Signore è puro, rimane per sempre; i giudizi del Signore sono fedeli, sono tutti giusti. R Ti siano gradite le parole della mia bocca; davanti a te i pensieri del mio cuore, Signore, mia roccia e mio redentore. R

Lettera di san Paolo apostolo ai Gàlati - Gal 6,1-10

Fratelli, se uno viene sorpreso in qualche colpa, voi, che avete lo Spirito, correggetelo con spirito di dolcezza. E tu vigila su te stesso, per non essere tentato anche tu. Portate i pesi gli uni degli altri: così adempirete la legge di Cristo. Se infatti uno pensa di essere qualcosa, mentre non è nulla, inganna se stesso. Ciascuno esamini invece la propria condotta e allora troverà motivo di vanto solo in se stesso e non in rapporto agli altri. Ciascuno infatti porterà il proprio fardello. Chi viene istruito nella Parola, condivida tutti i suoi beni con chi lo istruisce. Non fatevi illusioni: Dio non si lascia ingannare. Ciascuno raccoglierà quello che avrà seminato. Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna. E non stanchiamoci di fare il bene; se infatti non desistiamo, a suo tempo mieteremo. Poiché dunque ne abbiamo l'occasione, operiamo il bene verso tutti, soprattutto verso i fratelli nella fede.

Lettura del Vangelo secondo Giovanni - Gv 4,5-42

In quel tempo. Il Signore Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: "Dammi da bere". I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: "Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva". Gli dice la donna: "Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?". Gesù le risponde: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna". "Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". Le dice: "Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui". Gli risponde la donna: "Io non ho marito". Le dice Gesù: "Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero". Gli replica la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". Gesù le dice: "Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità". Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa". Le dice Gesù: "Sono io, che parlo con te". In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: "Che cosa cerchi? ", o: "Di che cosa parli con lei?". La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: "Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?". Uscirono dalla città e andavano da lui. Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia". Ma egli rispose loro: "Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?". Gesù disse loro: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: "Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura"? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica". Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: "Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo".

 

 

 


 
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