la parola della domenica

 

Anno liturgico A
omelia di don Angelo nella prima Domenica dopo la dedicazione
secondo il rito ambrosiano


22 ottobre 2017



 

 

At 10,34-48a
Sal 95
1Cor 1,17b-24
Lc 24,44-49a

 

Siamo alla fine del vangelo di Luca. E forse ci rimane in cuore un domanda: quali furono le ultime parole di Gesù? Secondo Luca? Pensate quanto ci siano care le ultime parole di una persona che amiamo. Oggi le abbiamo lette, anche se nella lettura liturgica sono state un poco sforbiciate. Io vorrei leggervele al completo. Le ultime parole, di uno che parte e non lo vedremo più, ce le teniamo nel cuore.

Riascoltiamole senza tagli: "Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto". Fedeli a queste parole, i discepoli, di ritorno dai pressi di Betania, dove lo videro allontanarsi nei cieli, rimasero in città. Sino al giorno in cui fu pentecoste dello spirito. Fu come se una energia nuova, inimmaginabile e incontenibile, li avesse rivestiti dall'alto. Ora potevano uscire, era giunto il tempo della testimonianza nel mondo. Luca chiude, per modo di dire, un libro, il suo vangelo. E subito ne apre un altro, gli "Atti degli apostoli".

Agli atti di Gesù seguono gli atti degli apostoli, gli atti dei "mandati", così che a noi è data la possibilità di leggere che ne è stato, agli inizi, di quell'invito di Gesù a uscire, ad essere testimoni nel mondo. Abbiamo ascoltato - vi dicevo - le ultime parole di Gesù: lui allarga gli spazi. Sì perché dopo aver ricordato ai discepoli il cuore della Scritture Sacre - e cioè il Cristo morto e risorto - aveva aggiunto: "Nel suo nome saranno predicati a tutti la conversione e la rimessione dei peccati".

Vi confesso che la parola "predicati", "predicazione", mi ha lasciato in cuore un dubbio. Sono andato a rileggermi il testo originario. Ebbene il verbo greco non ha di per sé significato di predicare - le prediche sono anche noiose -. Ha significato di annunciare, portare un annuncio. Gesù non dice: "Andate a fare una predica", ma: "Andate a dare un annuncio". E l'oggetto dell'annuncio è la conversione e la remissione dei peccati. La conversione, la possibilità della conversione.

Annunciate che non è vero che non si può cambiare, non è vero che non si possa cambiare se stessi, non è vero che non si possa cambiare il mondo. Se siamo rivestiti dall'alto. E non è vero che non ci sia remissione dei peccati e che si debba nella propria vita camminare curvi sotto l'incubo e il peso del peccato. E' vero il contrario: che possiamo rialzare il capo e rimetterci in cammino, con la gioia e la fiducia che vengono dal perdono.

Questo è un annuncio, un annuncio buono. E fa la differenza con le prediche che nessuno sopporta. "Non farmi la predica!": si dice. Le prediche ti caricano di dogmi e di prescrizioni e te ne vai con l'ansia di non essere all'altezza e la depressione di non farcela. No, l'annuncio! Dite che Dio è sceso - e chi mai lo avrebbe immaginato, noi lo confiniamo nei cieli! - non solo, ma ha messo a repentaglio la sua vita, ci ha amati "usque ad mortem", sino all'estremo, l'estremo di una morte di croce, ma il Padre lo ha glorificato. Ci ha aperto con le sue parole e i suoi gesti una via, che è salvezza, per noi e per questa terra. Vuole la gioia, la gioia di tutti; il bene, il bene di tutti, che siano felici tutti. Questo l'annuncio. Non è una predica.

Oggi giornata missionaria mi viene spontaneo pensare come anche l'invito di Gesù, ad annunciare e ad essere testimoni, risuoni oggi in contesti molto diversi da quelli di qualche decennio fa, quando questa giornata viveva del racconto di qualche missionario che veniva a parlarci di terre lontane. Oggi terre di missione sono tutte. Anche le nostre.

E tutti chiamati ad essere discepoli testimoni. Oggi, leggendo il vangelo mi si accendeva nel cuore e prendeva forza la parola "tutti". "Tutti" discepoli missionari e "tutte" le situazioni in sete di un annuncio buono. Viviamo in una stagione in cui si profila il rischio che dell'annuncio, che è Gesù, se ne perda la memoria: nelle nostre stesse città, nei nostri quartieri, negli ambienti che frequentiamo, spesso nelle nostre stesse famiglie. Un motivo in più per prenderci a cuore tutti il futuro del vangelo.

Avrà un futuro? Che peccato se non l'avesse, perché, come dicevamo, è per la salvezza, cioè per la felicità e il bene di tutti. "I tempi stanno cambiando": affermava qualche giorno fa, in una sua intervista. il vescovo di Padova, don Claudio Cipolla e ricordava come nel suo seminario le vocazioni fossero ai minimi storici. E, guardando il futuro, diceva: "La chiesa sarà riconsegnata ai cristiani.

Un giorno a parlare di Gesù non saranno i preti ma i papà, le mamme. E questa non è una perdita ma un guadagno, quello di restituire la titolarità della fede cristiana alla comunità. Tutti i battezzati sono responsabili del vangelo e della missione della chiesa". Mi chiederete: "In che modo oggi trasmettere l'annuncio?". Il discorso sarebbe lungo.

Oso due suggestioni. La prima è custodita nella lettura degli Atti degli apostoli. Non pensare di partire da zero. Pietro nella casa di Cornelio si rende conto non solo che Dio non fa preferenze di persone, ma che il suo Spirito lo ha preceduto: è presente in coloro che ancora non sono battezzati. Non partire mai pensando che l'altro sia al punto zero. La tua arte sia quella di disseppellire lo spirito che lo abita.

La seconda suggestione. che mi sembra in stretta continuità con questa, è quella che ci è stata limpidamente suggerita da papa Francesco nell'enciclica "Evangelii gaudium" là dove parlando di comunicazione della fede che "deve essere sempre rispettosa e gentile", dice che "il primo momento consiste in un dialogo personale, in cui l'altra persona si esprime e condivide le sue gioie, le sue speranze, le preoccupazioni per i suoi cari e tante cose che riempiono il suo cuore.

Solo dopo tale conversazione è possibile presentare la Parola, sia con la lettura di qualche passo della Scrittura o in modo narrativo, ma sempre ricordando l'annuncio fondamentale: l'amore personale di Dio che si è fatto uomo, ha dato sé stesso per noi e, vivente, offre la sua salvezza e la sua amicizia" Mi ha molto affascinato il pensiero che il messaggio ora è nella casa, per la strada, dentro le conversazioni in cui si mette a nudo il cuore e la vita, le speranze, le gioie, le inquietudini.

Non è predica, è racconto.

 

Lettura degli Atti degli Apostoli 10, 34-48a

In quei giorni. Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d'Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome". Pietro stava ancora dicendo queste cose, quando lo Spirito Santo discese sopra tutti coloro che ascoltavano la Parola. E i fedeli circoncisi, che erano venuti con Pietro, si stupirono che anche sui pagani si fosse effuso il dono dello Spirito Santo; li sentivano infatti parlare in altre lingue e glorificare Dio. Allora Pietro disse: "Chi può impedire che siano battezzati nell'acqua questi che hanno ricevuto, come noi, lo Spirito Santo?". E ordinò che fossero battezzati nel nome di Gesù Cristo.

Sal 95 (96)

®Annunciate a tutti i popoli le opere di Dio. Cantate al Signore un canto nuovo, cantate al Signore, uomini di tutta la terra. Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie. ® Date al Signore, o famiglie dei popoli, date al Signore gloria e potenza, date al Signore la gloria del suo nome. ® Portate offerte ed entrate nei suoi atri, prostratevi al Signore nel suo atrio santo. Tremi davanti a lui tutta la terra. Dite tra le genti: "Il Signore regna!". Egli giudica i popoli con rettitudine.

® Prima lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 1, 17b-2

Fratelli, Cristo mi ha mandato ad annunciare il Vangelo, non con sapienza di parola, perché non venga resa vana la croce di Cristo. La parola della croce infatti è stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, è potenza di Dio. Sta scritto infatti: / "Distruggerò la sapienza dei sapienti / e annullerò l'intelligenza degli intelligenti". Dov'è il sapiente? Dov'è il dotto? Dov'è il sottile ragionatore di questo mondo? Dio non ha forse dimostrato stolta la sapienza del mondo? Poiché infatti, nel disegno sapiente di Dio, il mondo, con tutta la sua sapienza, non ha conosciuto Dio, è piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso: scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani; ma per coloro che sono chiamati, sia Giudei che Greci, Cristo è potenza di Dio e sapienza di Dio.

Lettura del Vangelo secondo Luca 24, 44-49a

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: "Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi". Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: "Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso".

 

 


 
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