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la parola della domenica
Anno
liturgico A
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1Re
19,8b-16.18a-b Sono tante le cose che mi battono in cuore e a fatica potrei fare ordine. Mi affido a voi, forte della notizia buona del vangelo. Gesù che dice: "lo Spirito del Padre vostro parla in voi". In voi. Le letture oggi disegnano tempi di conflitto E dentro i tempi di conflitto questa parola ingualcibile di Gesù. Che continua a risonarmi mentre leggo e soprattutto mentre vivo, mentre ancora vivo: "siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe" A volte non lo siamo. Comincerò col dirvi che, pur essendo io un ammiratore appassionato del profeta Elia, mi è difficile convincermi che sia stato sempre una colomba. Semplice come una colomba. E arrivo a pensare anche che non sempre abbia interpretato correttamente la prudenza del serpente. Era prudenza, era un atto dettato da prudenza. quello raccontato nel capitolo precedente al nostro, quando, al termine di una contesa con i profeti di Baal, a colpi di scena di grande effetto, la conclusione fu: "Elia disse: "Prendete i profeti di Baal; neppure uno ne scampi!" Quelli li presero, ed Elia li fece scendere al torrente Chison, e laggiù li sgozzò". Mi batte il cuore. Ma mi batte ancora di più quando massacri come questi nei nostri racconti passano come comandati da Dio. Non ci dovrebbe prendere un po' di pudore nell'attribuire a Dio violenze inaudite? Pensate che nel nostro brano gli estensori della liturgia hanno, penso per pudore, cancellato un versetto, il diciassettesimo. Quando il racconto è vedovo di un versetto, siate prudenti come serpenti e andate a cercarlo. Ebbene, dopo la manifestazione di Dio sul monte Oreb, Dio dà ordini ad Elia, ed ecco quello cancellato: "Se uno scamperà dalla spada di Hazaèl, lo ucciderà Ieu; se uno scamperà dalla spada di Ieu, lo ucciderà Eliseo". Per pudore cancellato. Attribuire a Dio la volontà, che, dall'altra parte, non ne deve scampare uno, mi suona come sacrilego. Vedete, uno come me, che non è un esperto, fa fatica a capire. A capire per esempio come si possa mettere insieme questa ultima immagine spietata di Dio con quella, per me tenerissima del monte, tanto tenera che sono giunto, sbagliando, a pensare che Dio avesse chiamato Elia al riparo della roccia perché abbandonasse uno zelo da massacri per aprirsi a un Dio che non si manifesta in un vento impetuoso in un terremoto devastante. in un fuoco inceneritore, ma in un sussurro di brezza leggera. A questo punto - e so che mi capite - mi sono chiesto se non sia l'ora che ogni religione salga l'Oreb e sia battesimo di purificazione da ogni violenza. E ci si apra al racconto del sussurro della brezza leggera. E che ogni religione ci ricordi che Dio, sotto qualunque nome lo si voglia invocare, vive in un sussurro di brezza leggera. Ritorno all'invito ad essere prudenti come i serpenti e semplici come colombe, per dirvi che sembra quasi un azzardo la conciliazione delle immagini. Ma quando accade, ti prende il cuore. Potremmo cercare nel vangelo. Ma sono soli accenni. Non vorrei dilungarmi. Anche perché ognuno di voi - io lo so - nella sua vita ha avuto l'avventura di incrociare donne e uomini, che ne erano il compimento, compimento della conciliazione.. Spigolando, vorrei dirvi che penso, per esempio, a Giuseppe, lo sposo di Maria, uomo semplice, nessuna voglia di esibire. Riceve da un angelo l'ordine di riparare con Maria in Egitto, il loro bambino è cercato a morte. Uomo semplice, sta in ascolto. Ma poi tocca a lui quella fuga, da progettare come un serpente: quali strade, quali nascondigli. E poi quella vita da immigrato, cercare lavoro, cercare casa. Poi fu ritorno in Israele, ed ecco in gioco la sua prudenza: regna Archelao, porta la famiglia a Nazaret. Mi passa negli occhi - ma so che è anche nei vostri - la figura del'uomo, cieco dalla nascita e il racconto del'inquisizione cui viene sottoposto dalle autorità. dopo che Gesù gli ha aperto gli occhi, è un incanto. Tu persino sorridi a vedere come un uomo semplice tenga testa ai padroni della religione: Colomba, ma anche serpente, quasi furbo, di una furbizia dello spirito. Dirà agli inquisitori: "Proprio questo è strano, che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Ora, noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno è timorato di Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non s'è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non fosse da Dio, non avrebbe potuto far nulla". Serpente e colomba. Ultimo ritaglio, la donna dei cagnolini, Semplice, come una donna del popolo. Lei, pagana, chiede un segno di compassione per la sua figlia che sta morendo. Gesù le dice che non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini. Lei, tenera come una colomba, ma ingegnosa come un serpente, è incantevole nell'aggirare l'ostacolo, gli risponde: "È vero, Signore, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni". Allora Gesù le replicò: "Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri". E da quell'istante sua figlia fu guarita. La semplicità, dunque, non è assenza di pensiero, di ingegnosità. Solo una cattiva educazione ci ha fatto dimenticare che lo Spirito, come oggi ci ha detto Gesù, parla in noi, in ognuno di noi e ci ha purtroppo abituati ad aspettare e a chiedere sempre l'imbeccata dall'alto, e non i suggerimenti dello Spirito. Qualcuno di noi forse ricorda che don Primo Mazzolari era solito dire che rimettersi totalmente, ciecamente a un uomo, per autorevole che fosse, era come dimettersi da uomo. E agli uomini della sua parrocchia puntualmente ricordava: "Quando entrate in chiesa vi togliete il cappello, non la testa". Semplici come colombe e prudenti come serpenti.
Lettura del primo libro dei Re - 1Re 19, 8b-16. 18a-b In quei giorni. Elia camminò per quaranta giorni e quaranta notti fino al monte di Dio, l'Oreb. Là entrò in una caverna per passarvi la notte, quand'ecco gli fu rivolta la parola del Signore in questi termini: "Che cosa fai qui, Elia?". Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita". Gli disse: "Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore". Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento, un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto, un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, venne a lui una voce che gli diceva: "Che cosa fai qui, Elia?". Egli rispose: "Sono pieno di zelo per il Signore, Dio degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi cercano di togliermi la vita". Il Signore gli disse: "Su, ritorna sui tuoi passi verso il deserto di Damasco; giunto là, ungerai Cazaèl come re su Aram. Poi ungerai Ieu, figlio di Nimsì, come re su Israele e ungerai Eliseo, figlio di Safat, di Abel-Mecolà, come profeta al tuo posto. Io, poi, riserverò per me in Israele settemila persone, tutti i ginocchi che non si sono piegati a Baal". Sal 17 (18) Beato chi cammina alla presenza del Signore. Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore, mio Dio, mia rupe, in cui mi rifugio; mio scudo, mia potente salvezza e mio baluardo. R Il Dio che mi ha cinto di vigore e ha reso integro il mio cammino, mi ha dato agilità come di cerve e sulle alture mi ha fatto stare saldo. Hai spianato la via ai miei passi, i miei piedi non hanno vacillato. R Un popolo che non conoscevo mi ha servito, all'udirmi, subito mi obbedivano. Viva il Signore e benedetta la mia roccia, sia esaltato il Dio della mia salvezza. R Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi - 2Cor 12, 2-10b Fratelli, so che un uomo, in Cristo, quattordici anni fa - se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest'uomo - se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio - fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunciare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò, fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato: direi solo la verità. Ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi più di quello che vede o sente da me e per la straordinaria grandezza delle rivelazioni. Per questo, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia. A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: "Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza". Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo. Lettura del Vangelo secondo Matteo - Mt 10, 16-20 In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo a lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell'ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi".
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